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Nel mese di ottobre 2020 è stata eseguita la settima campagna annuale per la ricerca delle fibre di amianto nell’acqua potabile.

Il campionamento ha riguardato tutto il territorio servito da CADF SpA ed i prelievi sono stati mirati su condotte costruite in cemento amianto, che costituiscono circa il 48% del totale delle condotte di adduzione e distribuzione.

Tutti i campioni esaminati dal Laboratorio Accreditato Merieux NutriScienses Chelab hanno fornito risultati inferiori al limite di rilevabilità analitica (< 4.900 fibre/l) e al limite stabilito dall’EPA Americana (Ente Protezione Ambiente) che ha fissato un valore di parametro per l’amianto in acqua pari a 7 milioni di fibre per litro.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità nel documento “Linee guida per la qualità dell’acqua potabile”, pubblicato nel 1994, principale riferimento internazionale in materia, si è così espressa:

“…Non esiste dunque alcuna prova seria che l’ingestione di amianto sia pericolosa per la salute, non è stato ritenuto utile, pertanto, stabilire un valore guida fondato su delle considerazioni di natura sanitaria, per la presenza di questa sostanza nell’acqua potabile”.
Questo concetto è stato ribadito anche nei successivi aggiornamenti.

A livello internazionale, non sono evidenziate prove di pericolosità per la salute umana causata dall’ingestione di fibre di amianto presenti nell’acqua condottata.

Solo negli Stati Uniti viene presa in considerazione la possibilità che l’amianto eventualmente contenuto nell’acqua possa incrementare il livello di fibre aero disperse e quindi ha valutato il rischio legato alla possibile assunzione di fibre per via inalatoria, per questo motivo l’EPA americana (Ente Protezione Ambiente), ha fissato un valore di parametro per l’amianto in acqua pari a 7 milioni di fibre per litro.

L’Istituto Superiore di Sanità esprimendosi sulla presenza di fibre d’amianto nell’acqua potabile ha dichiarato che “non deve essere percepito come un rischio incombente per la salute pubblica” e per tale ragione non ritiene di indicare un valore limite per l’amianto diverso dal quello degli Stati Uniti.

Si segnala che nella revisione della Direttiva 98/83/CE, la normativa Europea in materia di acque potabili, dove per migliorare la qualità e la sicurezza dell’acqua, tenuto conto delle conoscenze scientifiche più recenti, viene proposto di aggiungere il controllo sostanze emergenti, quali ad esempio i PFAS (Sostanze Perfluoro Alchiliche), ma non le fibre di amianto.