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Al fine di assicurare condizioni di correttezza e di trasparenza nella conduzione delle attività aziendali, CADF ha scelto di attuare il Modello di Organizzazione e di Gestione previsto dal D.Lgs. n. 231/2001.

Tale decreto ha introdotto nell’ordinamento italiano un regime di responsabilità amministrativa degli Enti, riferibile sostanzialmente alla responsabilità penale: tale responsabilità si aggiunge a quella della persona fisica che ha realizzato materialmente il fatto, allo scopo di coinvolgere nella punizione di taluni illeciti, gli Enti che abbiano tratto vantaggio dalla commissione del reato, attraverso una sanzione pecuniaria che ne colpisce, in maniera anche molto incisiva il patrimonio.

Il Consiglio di Amministrazione CADF ha approvato quindi, nel 2008, il Modello di Organizzazione e Gestione, integrato poi nel 2012, con la nomina di un Organismo di Vigilanza della società dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo, e nel 2015 con l’inserimento anche dei reati ambientali.

Tale decisione è stata assunta nella convinzione che l’adozione del modello, al di là delle prescrizioni del Decreto, possa costituire un valido strumento di gestione del rischio e di sensibilizzazione nei confronti di tutti coloro che operano in nome e per conto della società, affinché seguano, nell’espletamento delle proprie attività, comportamenti corretti e lineari, tali da prevenire il rischio di commissione dei reati, con particolare riferimento a quelli contemplati nel Decreto.

Il nuovo M.O.G. è stato elaborato a seguito di un lungo lavoro iniziato nella seconda metà del 2019 e che ha visto coinvolti, oltre all’Organismo di Vigilanza anche i Dirigenti ed i Responsabili dei Servizi e delle Unità Organizzative.

Il lavoro è stato condotto con l’ausilio di Soluzioni S.r.l., Società di Consulenza esterna, ed ha comportato un’analisi approfondita della realtà aziendale al fine di:

  1. mappare i processi a rischio all’interno delle linee di attività aziendali;
  2. elencare i potenziali rischi (di commissione di reato presupposto) per ciascun processo;
  3. analizzare il sistema di controllo esistente (procedure, protocolli ecc. …)
  4. valutare se il rischio residuo è accettabile (e quindi il sistema di controllo è in grado di prevenire i reati) o se sussiste la necessità di adeguare il sistema di controllo preventivo.

Il Modello 231, nella versione aggiornata, è costituito da una Parte Generale e da otto Parti Speciali, relative alle famiglie di reati presupposto: reati ambientali; reati di omicidio colposo e lesioni; reati realizzabili nei confronti della Pubblica Amministrazione; reati societari; delitti informatici; delitti contro l’industria e il commercio; reati di ricettazione e riciclaggio; delitti contro la personalità individuale. Lo completano il Codice Etico, che raccoglie gli standard etici garantiti nella conduzione quotidiana del proprio lavoro, il Sistema Disciplinare e una serie di documenti riferibili all’attività dell’Organismo interno di Vigilanza.

Come definito nel compliance action plan è stato dato avvio al processo di divulgazione del nuovo Modello principalmente ai dipendenti ed a seguire a Comuni Soci, agli utenti del servizio idrico, ai fornitori, ad altre aziende pubbliche e in generale a tutti gli interlocutori di CADF.

A breve saranno inoltre organizzati incontri mirati per la formazione del personale.